Conoscere come funziona il “rapporto di coppia” può essere di grande utilità ad entrambi i partner…
Proseguo qui l’articolo con altre interessanti osservazioni che possono tornare utili a tutti coloro che vivono il rapporto di coppia in modo insofferente.
Le strategie per imbarazzare usano il sarcasmo ai danni del partner davanti agli altri.
La manipolazione sta nel fatto che se l’altro reagisce viene fatto passare per uno che non ha il senso dell’umorismo e, nel caso in cui quanto detto venga preso troppo sul serio, lo stratega può sempre dire che stava scherzando.
Le manovre più volgari consistono nell’insultare l’altro davanti a terze persone, quelle più raffinate consistono nel dire in pubblico qualcosa di spiacevole riguardo al partner.
Esistono infine le strategie per irritare (per esempio ignorando il partner) e quelle per colpevolizzare (frasi come “fai pure e non preoccuparti per me anche se ci starò male”).
Poi c’è la dittatura pseudo-benevola che consiste nel comportarsi in modo molto premuroso nei confronti dei desideri dell’altro, che il partner sostiene di aver intuito, ma che in realtà corrispondono al suo desiderio.
A mio parere, per avere delle relazioni di coppia soddisfacenti e costruttive sono necessari:
- La differenziazione del Sé dalla propria famiglia di origine.
- La separazione dalle precedenti relazioni.
- La capacità di riconoscere le proprie emozioni, i propri bisogni e desideri.
- La capacità di esprimersi in maniera assertiva invece che passiva o aggressiva
- Avere una buona stima di sé.Saper fare richieste chiare all’altro.
- Avere rispetto dell’altro ed essere disponibili a negoziare.
Pur non pensando, perciò, che le seguenti regole siano sufficienti a risolvere le problematiche di coppia, credo che esse siano un utile guida per non farsi del male durante un litigio:
- determinare l’oggetto della controversia, cioè definire esattamente l’argomento.
- limitare l’oggetto della controversia, cioè non proporre più di un’accusa alla volta.
- non interrompere, bensì ascoltare fino in fondo.
- quando si viene accusati non ritorcere un’accusa diversa (es.: perché sei tornato così tardi? E tu perché spendi tanti soldi nei vestiti?).
- concordare il luogo e il tempo, non iniziare a parlare mentre l’altro è occupato o sta per uscire.
- evitare di fare ricorso al “museo coniugale”; anche per questo è importante dire subito le cose che non ci vanno bene.
- tenere le distanze (quando siamo arrabbiati non vogliamo l’altro vicino).
- non superare la soglia di vulnerabilità dell’altro (il suo punto debole).
- considerare il litigio come la conseguenza di qualcosa che accade dentro un sistema e dunque pensare sempre anche al nostro contributo e non solo a quello dell’altro.
- parlare delle nostre emozioni e dei nostri bisogni insoddisfatti piuttosto che accusare.
Talvolta succede che le premesse che stanno alla base del progetto costitutivo della coppia siano piuttosto fragili.
Spesso la coppia si forma intorno alla aspettativa di uno o di entrambi i partner di trovare nell’altro il complemento perfetto a se stessi.
Altre volte nella propria formazione la coppia si porta dietro, senza esserne consapevole, i conflitti della generazione precedente. Altre volte ancora l’illusione è quella di poter raggiungere insieme l’età adulta.
In questi casi se il partner non accetta di stare dentro una tale illusoria aspettativa è probabile che scoppino delle liti, ma qui il lavoro che è da fare è a livello individuale e non di coppia.
In questi casi cioè sarebbe necessario che la persona affrontasse un percorso di psicoterapia personale per elaborare le proprie problematiche.
In tutte le fasi del ciclo vitale, il rapporto fra i partner è regolato da una serie di processi dialettici dei quali il principale è quello di appartenenza-individuazione.
L’appartenenza spinta all’estremo può portare alla negazione dell’individualità, simmetricamente l’irragionevole ricerca di una autonomia spinta all’estremo (che potrebbe peraltro mascherare una carenza nel processo di individuazione) può portare all’isolamento.
Sto con te perché posso stare senza di te” e non “Sto con te perché non posso stare senza di te”.
La dimensione della libertà di scelta è alla base di un buon rapporto di coppia.
Autore: Dott.ssa Silvia Foschetti
L’articolo inizia qui
Rapporto di coppia: “per tutti coloro che non vanno d’accordo” 1°parte
0 commenti
Trackback/Pingback