Psicologia di coppia: come e perché si arriva alla mancanza di desiderio,
le fasi della coppia e come influisce il modello dei genitori sul tipo di relazione che viene costruita.
Nella mia esperienza clinica la ragione del calo del desiderio ha varie origini e provoca differenti conseguenze, è importante quindi poterla considerare nella sua complessità e non banalizzarla come spesso sento e leggo.
La mia intenzione in questo articolo è poter aiutare la coppia ad allearsi nell’affrontare questa problematica e trovare soluzioni favorevoli al benessere della coppia stessa.
Parto da una premessa: conosciamo il naturale sviluppo di una coppia? Accettiamo il fatto che la coppia non è un’entità statica ma è in continuo movimento? Consideriamo gli eventi che portano ai cambiamenti nella coppia?
O preferiamo tenere come modello di coppia quella proposta dai film o quella che abbiamo visto nei nostri genitori?
Mi sento di fare queste domande un po’ provocatorie perché vedo ogni giorno nel lavoro clinico con le coppie quanta inconsapevolezza ancora oggi ci sia.
Prima di addentrarci quindi nella tematica specifica della mancanza di desiderio permettetemi una breve digressione che darà senso a quanto dirò più avanti.
Psicologia di coppia: le fasi
Senza entrare in un tema immenso del perché ci si innamora di una persona piuttosto che di un’altra, prendiamo semplicemente atto che ci innamoriamo.
L’innamoramento è uno stato molto strano, è una dimensione molto particolare; quando siamo innamorati siamo un po’ “pazzi”: pensiamo davvero che quello che abbiamo incontrato sia il migliore, il più bello, la più bella, il più intelligente, il più accogliente, il più caro, il più sicuro, colui al quale ci si può affidare senza timore.
Sogniamo, coloriamo la realtà con le nostre attese.
Diventiamo parzialmente ciechi poiché la spinta della passione, dell’attrazione, della componente ormonale, offusca la nostra capacità di vedere davvero l’altro nella sua totalità.
Il tempo di durata dell’innamoramento, varia da coppia a coppia ma la condizione normale, naturale, è quella per cui l’innamoramento piano piano si attenua e deve prendere spazio qualcosa di nuovo e di diverso.
Questo è un momento di passaggio molto delicato, qui molte coppie decidono di separarsi, non sopportano la perdita dello stato estatico dell’innamoramento, e tanti tra noi pensano di non amare più l’altro perché hanno smesso di pensare solo a lui/lei, perché la realtà ha tolto il velo dell’illusione.
Sì, nell’innamoramento siamo in un’illusione: il mio partner è esattamente come lo voglio io, è perfetto!
E poi ci svegliamo, fatalmente ogni partner della coppia si delude e prendiamo atto che ci troviamo di fronte un essere umano con una serie numerosa di difetti, che non ci sa ascoltare, che vuole sempre avere ragione, che non c’è mai quando abbiamo bisogno, che non sa cucinare, che è rude e poco affettuoso, e così via.
In termini tecnici, siamo entrati nella fase della delusione.
Spesso in questa fase cade anche il desiderio sessuale insieme all’idealizzazione, ma ne parliamo più avanti.
Quello che ora mi preme dire è che la delusione è una fase necessaria, non è necessariamente la fine di un rapporto.
La delusione ci riporta coi piedi a terra, ci permette di vedere l’altro anche negli aspetti prima trascurati, ci permette di farci delle domande che quando si è innamorati non ci poniamo neppure, del tipo: amo questa persona?
Ci sto davvero bene insieme? Potrei sopravvivere senza di lei? La stimo? Condividiamo gli stessi valori?
Se a queste domande (e a molte altre) si risponde di sì, e spesso non ci si accorge nemmeno di essersele fatte, dalla delusione una persona può passare alla disillusione: “Il mio compagno la mia compagna quanti difetti ha, quanti limiti!”
Sono disilluso, cioè prendo atto, uscendo dalla delusione, che insieme agli aspetti positivi che ci sono, che tengono in piedi la relazione, che ne fanno vedere il bene, ci sono aspetti negativi di cui prendere coscienza; aspetti negativi che però non danneggiano la relazione, ma la colorano di umanità, la rendono più reale.
Essere disillusi ha il vantaggio di poter conservare gli aspetti di positività e farli convivere con gli aspetti di negatività, rende la coppia matura e in grado di confrontarsi con la realtà, mette la coppia nello stato di poter compiere nuovi passi, nel riconfermare giorno per giorno la scelta di stare insieme.
In sintesi nella psicologia di coppia: dall’innamoramento alla coppia matura il viaggio è lungo e non senza ostacoli.
Ogni persona deve saper reggere la delusione per poter disilludersi e vedere l’altro per ciò che è.
È importante sottolineare che la disillusione non è rassegnazione: la rassegnazione porta ad una passività frustrata.
La disillusione invece, ci fa vedere la vita in modo reale e ci mette nella condizione di appoggiarci sulle cose positive per meglio affrontare quelle che non vanno bene e modificarle insieme.
L’articolo prosegue su questi link
Psicologia di coppia: Il desiderio e la sua mancanza
Psicologia di coppia: la coppia simbiotica
Psicologia di coppia: la coppia accuditiva
Psicologia di coppia: La coppia preoccupata
Psicologia di coppia: La coppia umiliante
Psicologia di coppia: La coppia conflittuale
Psicologia di coppia: La coppia non progettuale
Psicologia di coppia: La coppia stanca
Daniela Wenger Uslenghi
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