Come love coach nel percorso che proseguo, con chi si rivolge a me, sono molte le sfaccettature della sfera relazionale che andiamo ad approfondire.Posso assicurarvi che il love coach conosce gli strumenti giusti per fare chiarezza, per aiutarvi nel “crescere” profondamente.
Se abbiamo bisogno di un “ritorno” o della speranza di un “ritorno” per essere aperti e ascoltare in profondità e darsi come si da una persona innamorata. Se nella nostra profonda essenza non abbiamo un ascolto e un affetto incondizionato, come possiamo avere un contatto libero da vincoli e ricompense, e senza un contatto e affetto costante e indipendente da ciò che otteniamo in cambio dall’altro, come possiamo Amare veramente? L’amore è frutto di un baratto? Possiamo chiamare amore un rapporto che esiste solo in certe condizioni di guadagno? Se chiamiamo amore un qualcosa che è temporaneo e finisce quando finisce il guadagno e la sensazione piacevole, allora stiamo indicando una semplice sensazione, magari molto coinvolgente, ma solo una sensazione egoistica. Una reazione ad un insieme di stimoli con una causa ed un effetto, se togliamo la causa non c’è più l’effetto. Noi ci vogliamo illudere di avere un contatto, e ci comportiamo come se lo avessimo, solo nel caso in cui otteniamo o speriamo di ottenere il nostro guadagno, altrimenti perdiamo interesse anche in un contatto e ci sforziamo in un altra direzione.
Quanta solitudine vedo, mancanza di contatto a tutti i livelli profondi. Vedo scambi, baratti, un mercatino delle pulci. Che pochezza, che aridità, un deserto sconfortante. Ovviamente anche in me, mi ci metto dentro, il Deserto è l’uomo. Non credo che in vita mi ritirerò in una illusione, chiudendomi in una scatola in mezzo al deserto. Non è amore se ci sono delle condizioni. Non è amore se si fa solo in funzione di un guadagno, non è amore se si è così solo finche abbiamo il nostro tornaconto. Non chiamiamolo amore. Spesso si idealizza un rapporto dove si ha il massimo guadagno emotivo e appagamento affettivo, e si confonde qual rapporto basato sulla propria soddisfazione e su proprio piacere con l’Amore. E spesso, data l’estrema estasi dei sensi, gli si danno anche caratteri divini o soprannaturali. Un rapporto dove tutto è in funzione di questo scambio non è Amore, non è proprio un contatto. Si lamenta mancanza di Amore, in realtà si lamenta mancanza di soddisfazione e piacere. Si lamenta mancanza di bistecche al supermarket.
Ne vuole un bel pezzo magro vicino all’osso? Sono 6 etti che faccio lascio? Venghino signori al supermarket dell’amore. Se si vuole usare la parola Amore dovrebbe essere usata per qualcosa che esiste incondizionato ed eterno. Non per qualcosa che si fa solo nel periodo che si ottiene qualcosa in cambio. Infatti io non abuso di questa parola. Cosa siamo senza quel conforto affettivo e sicurezza che bramiamo così profondamente? Cosa siamo senza quei piaceri temporanei e palliativi? Nella nostra solitudine, senza aiuti esterni cosa siamo? Siamo pieni di smarrimento e paura, incompleti e incoerenti. Quello che uno è: sincero o disonesto, egoista o altruista, affidabile o bugiardo, violento o premuroso, sensibile o arido.
Quello che una persona è in profondità, lo è sempre, sia quando ha un guadagno o una ricompensa sia quando è da solo, nel momento in cui tutto il suo mondo materiale e affettivo crolla.
Quello è l’uomo… E da li si può iniziare ad avere un contatto, uno scambio, e solo da quel contatto può nascere una scintilla di vero affetto.
Articolo di Marco Canestrari
L’articolo inizia qui nella prima parte & qui nella seconda parte
Anna De Angelis Love coach & Counselor
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