Coppia: tutto e’ amore
Buonerelazioni vuole dare spazio e parlare anche di amori di coppia cui si parla meno.
Questo articolo è tratto da ” Androphile Project ” ed è stato scritto nel 2004.
La storia è scritta dai vincitori.
Essi scelgono cosa sarà ricordato e cosa nascondere.
Così è stato con l’eros maschile.
Scorrendo un libro di testo di storia, si potrebbe pensare che mai una società abbia premiato l’amore tra uomini, mai un pittore, un poeta o un papa abbia diviso il suo letto e il suo cuore con un altro uomo.
Le prove dell’amore omosessuale sono state lentamente nascoste, come per i Greci e i Romani, o distrutte velocemente, come ancora si fa con l’arte Inca e Maya recentemente venuta alla luce.
Il risultato di questo raggiro è stata un’inutile orientamento della società e un’incalcolabile sofferenza per coloro ai quali capita di innamorarsi di altre persone del proprio sesso.
Senza quella censura, l’evidenza storica rivela un’opposta realtà: l’istinto affettivo tra maschi è una costante universale. Death of Hyakinthos, Jean Broc, oil on canvas, 1801, Musée des Beaux-Arts,Solo l’attitudine sociale nei suoi riguardi si è modificata. Tutte le culture hanno considerato l’amore omosessuale, variamente drappeggiandolo di rituali. E poche hanno provato – per non doverlo approvare – a sopprimerlo.
Come regola, l’amore omosessuale era parte del tessuto sociale e religioso. Dalle città-stato dell’antica Grecia e Roma con i suoi imperatori (Traiano e Adriano tra gli altri), agli sciamani siberiani, agli stregoni indiani americani, dai santoni africani agli imperatori e studiosi cinesi, le genti del mondo avevano ben compreso e fatto spazio alla vulnerabilità dell’uomo nei confronti della bellezza degli altri uomini. Accettavano che – sposati o meno che fossero – gli uomini si innamorassero di uomini o ragazzi, sognassero di loro, scrivessero di loro, si battessero per loro, e se li portassero a letto. Normalmente comprendevano che i bambini erano fuori da quel gioco, così come anche le bambine ne venivano escluse.
Nella Grecia classica l’amore omosessuale era in molti aspetti analogo ai matrimoni del tempo, visto come egualmente importante nella vita degli individui e gelosamente custodito nella mitologia greca. E’ stata la pietra Muhammed Quasim 1627 – Il mescitore di vino – Miniatura illuminata di Shah Abbas I (1571-1629) di Persia, che abbraccia il ragazzo mescitore – Louvre, Parigimiliare di una tradizione culturale che 2500 anni fa provocò il sorgere di democrazia, teatro, filosofia, matematica, storia, e così via. L’amore omosessuale veniva percepito come ciò che faceva emergere le migliori qualità nei giovani, soprattutto la virilità e il coraggio. In guerra spesso gli amanti combattevano fianco a fianco, come nella rinomata falange tebana; più tardi, condotti da Alessandro Magno e dal suo amante Efestione, i Greci conquistarono il mondo conosciuto. Naturalmente la Grecia non era un paese dei balocchi, prostituzione e violenze, spesso accompagnate dalla schiavitù, erano normali.
In Giappone gli apprendisti Samurai facevano coppia con i guerrieri adulti per essere addestrati all’amore e alle armi, e anche lo Shogun aveva – oltre alle concubine – molti amanti, i loro amori “nanshoku” sono registrati dagli scrittori e dai pittori shunga che immortalarono “shudo”, il Percorso del Giovane Uomo. Allo stesso modo descrissero le dure vite dei “tobiko”, giovani attori ambulanti kabuki che di giorno lavoravano sul palcoscenico e di notte soddisfacevano i loro clienti a letto.
In terra mussulmana, famosi poeti persiani e arabi come Hafiz-i-Shirazi e Abu Nuwas celebravano e rimpiangevano la bellezza dei ragazzi (che occasionalmente rendevano più arrendevoli con il vino e seducevano). I santoni Sufi dall’India alla Turchia provavano a trovare Allah osservando le bellezze dei giovani cui ancora non cresceva la barba. I narratori Miyakawa Choshun (1682-1753) – Il gioco di Go – Metà del 18° secolo – Pittura su seta. Pannello individuale da pergamena shunga, ristampato in ‘L’amore dei samurai, Mille anni di omosessualità giapponese’ di Tsuneo Watanabe e Jun’ichi Iwatacustodirono le storie d’amore omosessuale nelle Mille e Una Notte. Artisti come Riza-i-Abbasi divertirono re e principi con manoscritti e miniature persiane squisitamente lavorate. I mullah e i censori inveirono contro l’amore omosessuale ma gli uomini di ogni casta, dai califfi ai portantini, se ne deliziavano e tutti speravano, raggiunto il paradiso, di essere serviti da “giovani senza età belli come perle”.
Nel Nordamerica e in Siberia le tradizioni sciamaniche, che vanno indietro fino all’età della pietra, riconoscevano speciali poteri spirituali a quegli uomini e a quelle donne attirati dallo stesso sesso, come vediamo ancora nella sopravvissuta tradizione indiana nordamericana.
Nel west pre-moderno l’amore omosessuale sopravvisse perlopiù nascosto, visibile solo quando gli amanti erano tanto sfortunati da essere scoperti, o vi erano allusioni da parte di artisti tanto coraggiosi da schernire le convenzioni. Molti scrittori, musicisti, pittori e poeti raccontarono l’amore omosessuale, ma sempre in codice: Michelangelo che adornò la Cappella Sistina con vibranti nudi maschili; Shakespeare, che fa una serenata al suo caro ragazzo nei suoi sonetti; Blake, che inveiva contro i preti che “recingono di rovi le mie gioie e i miei desideri”; Whitman che cantò il corpo elettrico. La lista di luminari, artisti, statisti, uomini di chiesa, cavalieri e furfanti che sentirono il richiamo dell’amore omosessuale – da solo, o insieme all’amore per le donne – è infinita.
La grande bugia che vuole l’amore omosessuale “contro natura”, una finzione che cozza contro la realtà biologica e storica, sopravvive solo grazie alla Domenico Cresti (chiamato Passignano) 1560-1638 – Bagnanti a San Niccolo- Collezione privatacensura. Noi di Androphile Project, spulciando il lavoro di studiosi di storia gay, intendiamo smantellare quella censura rendendovi partecipi del ruolo dell’amore omosessuale nello spirito e nella cultura dell’uomo: i suoi successi, i fallimenti e le controversie che ne sono scaturiti durante i millenni. Speriamo che la prosa e la poesia, la religione e la mitologia, l’arte, la filosofia e la storia qui raccolte da tutto il mondo servirà ad approfondire la comprensione del posto dell’amore omosessuale nella natura umana. Nel particolare momento in cui questo lavoro è stato scritto (inverno 2004), esso potrebbe anche dare nuova luce al dibattito crescente sui matrimoni gay, una tradizione documentata in tutto il mondo per millenni, ma da nessuna parte così ampiamente o così recentemente come in Nordamerica, dove era praticata e rispettata da molte delle tribù indiane.
I documenti qui raccolti sono le impronte della Musa Gay, che ha ispirato uomini e donne di ogni continente dall’inizio dei tempi. Essi testimoniano il fatto che l’amore omosessuale non si può reprimere. Dove proibito, ha prevalso su lapidazioni, roghi, lobotomie, omofobia scolastica, forche e galere. Dove benvenuto, è apertamente sbocciato nelle più alti risultati della mente umana.
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