Come Mediatore Familiare ho aiutato molte persone a vivere consapevolmente il momento difficile della fine di un rapporto di coppia
Tutti indicano che,nonostante il dolore della separazione, ogni rapporto di coppia vanta ragioni buone, legittime e persino necessarie per concludersi e la sua fine coincide invariabilmente con il completamento degli obiettivi di crescita personale.
Il processo della separazione si attua su due livelli: emotivo e inconscio.
A livello emotivo spesso non capiamo che cosa è successo realmente nella nostra relazione e ci troviamo ad affrontare mille dubbi, sentimenti di confusione e rimorsi, accompagnati da un continuo rivangare il passato.
Così le prime sensazioni che accompagnano la consapevolezza della fine di un rapporto di coppia riguardano, per esempio, il rifiuto della realtà perché è impensabile che un rapporto considerato eterno stia finendo; il panico, che porta ad un disperato e audace tentativo di recuperare e di salvare il rapporto; la colpevolizzazione nei propri confronti o verso il partner riguardo le cause della rottura; la paura che il dolore continuerà ad essere così grande da non riuscire più a smettere di piangere.
“Nella nostra cultura abbiamo paura della profondità dei sentimenti, soprattutto quando tale profondità viene manifestata con le lacrime. Il nostro Io più profondo ci vuole migliori, più forti, più duri e ci consiglia di non piangere se vogliamo essere più felici e avere più successo. In un certo senso ci viene detto che il pianto non è una cosa da adulti”.
Ma quando si soffre è giusto piangere e più ci si abbandona al pianto più il dolore diminuisce: soltanto piangendo tutte le lacrime, soffrendo fino in fondo, vedendo annullate tutte le proprie speranze e aspettative si è in grado di ricostruirsi daccapo.
Succede sempre che arriva un momento in cui ai livelli più profondi della coscienza il carico emotivo della relazione è stato neutralizzato. Ora anziché pensare alla persona che abbiamo amato con nostalgia o rimpianto, con rabbia o risentimento, con delusione o dolore, la consideriamo semplicemente qualcuno che abbiamo conosciuto, una delle persone che abbiamo incontrato nel corso della nostra vita e ci si accorge di non essere più emotivamente coinvolti.
Per quanto riguarda il livello inconscio della separazione, le persone riferiscono spesso di fare sogni in cui compaiono simboli quali terremoti, maremoti, inondazioni, incendi. Praticamente l’inconscio riflette sul disastro che si sta verificando producendo in modo sufficientemente appropriato immagini che lo rappresentino. “Quando finalmente il processo di guarigione emotiva è stato completato ai livelli più profondi, è possibile percepire e considerare la persona che abbiamo amato con obiettività.
L’immaginario onirico attraversa una radicale trasformazione: da un lato, le immagini riguardanti l’ex partner diminuiscono fino a scomparire, dall’altro il sogno si incentra molto di più sull’emergere dell’Io.
Questo indica che la vita non è più focalizzata sulla relazione che non esiste più, ma sulla rinascita personale. In questa fase, spesso, si sognano le immagini più classiche indicanti i nuovi inizi, come la nascita di un bambino (l’Io che rinasce), germogli che spuntano dal terreno, o paesaggi e ambienti”.
Ma cosa è possibile fare “concretamente” per superare la fine di un rapporto di coppia?
Raccontare la propria storia d’amore, poiché per uscirne veramente è necessario riviverla,è un buon esercizio da fare cominciando dall’inizio; raccontare la verità riguardo il vero obiettivo di crescita interiore; affrontare la fine e quindi ripensare al momento in cui è scattato qualcosa che ci ha fatto capire che la relazione non sarebbe continuata riconoscendo i propri sbagli e quelli del partner; accettare i doni che inevitabilmente la relazione ci lascia in eredità; ridefinire, infine, la realtà, conferendo una nuova identità al partner e a se stessi. Solo a questo punto si è pronti per iniziare un nuovo rapporto di coppia.
Anna de Angelis
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