Psicologia di coppia: La coppia simbiotica
Un saggio di nome Kahlil Gibran scrisse parlando della coppia e dell’amore: “ergetevi insieme, ma non troppo vicini: poichè il tempio ha colonne distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.”
In queste parole vi è la base dell’attrazione: insieme nella costruzione, nel portare avanti la stessa visione di vita, nel supporto e nel sostegno, e distanti, individui autonomi, che mantengono la propria individualità, che hanno spazi differenziati, che possano ancora incontrarsi proprio perché sono distanti.
Per la coppia simbiotica questa dimensione non esiste.
Questo tipo di coppia la riconosci facilmente: fanno tutto insieme, hanno gli stessi interessi, le stesse opinioni, gli stessi valori, quasi mai si scontrano perché è inimmaginabile pensarla in modo differente, non possono nemmeno pensare di poter vivere senza l’altro.
Gli spazi individuali si annullano via via che il tempo procede, nel loro spazio difficilmente entra linfa nuova, aria fresca, sempre e solo IO e TE.
All’inizio questa simbiosi genere molta relazione sessuale ma col tempo questa indifferenziazione annulla il bisogno, il desiderio di fondersi nell’altro: lo sono già tutto il tempo ed è per loro molto confortevole, stanno bene.
Il prezzo da pagare è la propria autonomia, la propria individualità, il proprio spazio.
Questa modalità di stare insieme copre dei bisogni primari che l’individuo non ha riempito e crede di non poter colmare da solo.
Perché? Perché prima di essere partner di una coppia, l’individuo è individuo.
Tanto del nostro vissuto di adulti si forma nella prima fase della nostra vita: i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre idee del mondo, le nostre idee sull’amore e sulla coppia nascono in quel tempo.
E sempre in quel tempo, si creano anche le strutture deficitarie.
Questa premessa varrà ovviamente per tutti gli scenari che andremo ad esplorare, ma per ora mi focalizzo sulla coppia simbiotica.
Cosa può essere l’esperienza remota di adulti che trovano nella simbiosi la loro forma d’amore?
È chiaro che non potrò essere esaustiva: l’indicazione che posso dare è la ricerca diretta, e in prima persona, delle cause; ciò che qui offro sono solo spunti di riflessione.
La possibilità più diretta è aver visto la coppia dei propri genitori funzionare così; se questo è il vostro caso, sappiate che a livelli profondi vi portate dentro questa immagine che volente o nolente condiziona il vostro vissuto di oggi: solo se simbiotica una coppia è una coppia di amore.
Di solito i bambini nati da una coppia simbiotica si sentono tagliati fuori da quel grande amore, vivono una situazione di separazione, esclusione, rifiuto.
La dose di amore che i genitori normalmente riversano sui figli, a questi bambini è negata, o perlomeno è inferiore al bisogno.
Stando così le cose, il bambino sperimenta un grande vuoto che “pensa” sarà possibile riempire solo incontrando l’anima gemella.
L’altro grande scenario si verifica se il genitore non rompe piano piano la simbiosi col bambino.
Bimbi che sperimentano l’amore solo nella relazione esclusiva, profonda col genitore, andranno alla ricerca della stessa forma una volta adulti.
Per dare un esempio: una madre che vive solo per il figlio, che lo innalza a “senso della vita”, che trova in lui la soddisfazione che forse le manca col marito, non aiuta il bimbo a separarsi da lei; in più spesso il padre è assente e non adempie al suo compito di aiutare il bambino a individuarsi.
Questa separazione la devono portare avanti gli adulti, perché il bambino nella simbiosi sta bene, ha tutto quello che desidera, tutti i suoi bisogni primari sono soddisfatti, e da adulto cercherà la stessa “cuccia” confortevole a scapito della propria adultità.
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Daniela Wenger Uslenghi
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