Love Coaching: quando il bambino inizia ad amare?
Non sappiamo quando il bambino comincia a sentire per la prima volta questo sentimento.
Ci piace immaginarlo e forse non siamo lontani dalla realtà, che il suo primo gesto d’amore possa coincidere con il primo sorriso.
Prima di allora il bambino aveva sempre chiesto: cibo, pulizia, affetto, coccole, comprensione; con il sorriso, per la prima volta, è lui che dà qualcosa agli altri e al mondoche lo circonda.
Si può immaginare che vi sia in questo momento non solo la consapevolezza che fuori di lui c’è qualcuno, ma che questo qualcuno, aspetta ed è felice di un suo gesto d’amore.
In quel primo sorriso:
• vi è una comunicazione: “Sono contento, sono soddisfatto.” ”Mi piace la tua presenza, il tuo volto.” ”Mi piacciono le tue smorfie.” “Mi piace come mi stringi al petto,come mi tocchi, come ti curi di me”;
• vi è gioia: della gioia dell’altro: “Sono felice perché tu sei felice”, è ciò che comunica il bambino alla madre e viceversa;
• vi è comprensione, rispetto, intesa e complicità;
• vi è piacere dei baci, delle carezze e del contatto fisico;
• vi è scambio di doni affettivi: “Tu mi dai il tuo affetto, il tuo latte, le tue premure, io ti ricambio con l’unica cosa che ho a disposizione, con l’unica cosa che so che ti farà felice: il mio sorriso”;
• gli esiti di questo scambio sono fondamentali per i genitori e per il bambino. I genitori comprendono, e ne sono felici, che tutti i loro tentativi di dialogo sono andati a buon fine: il figlio ascolta, comprende, risponde.Capiscono inoltre che nella risposta sono lanciati dei messaggi positivi: “ Io sento che voi mi volete bene.” “Io sto bene con voi.” ”Il mondo mi piace per merito vostro”.
Aumenta quindi il vissuto di sicurezza per essere accettato, per il fatto di capire,e farsi capire e per il fatto di saper fare delle cose che fanno piacere agli altri.Aumenta allora la fiducia in se stesso e nel mondo; nasce quindi un progetto comune: noi ci vorremo sempre bene, noi ci aiuteremo a vicenda, noi staremo vicini.
Tutti questi elementi li ritroviamo nell’amore adulto. Questo sentimento, l’amore, è fondamentalmente diverso dall’innamoramento.
Ci si può innamorare anche di qualcuno che non si conosce o che si è incontrato da pochi minuti.Si ama, invece, qualcuno che si conosce, che si stima, con cui si è stabilito un rapporto d’amicizia, comprensione e dialogo.Ci si innamora di una persona cui si attribuiscono tutte le qualità positive possibili: “E’ l’uomo più bello, più coraggioso, più interessante e affettuoso che io conosca.”
Si ama qualcuno che porta nella sua realtà umana qualità positive e negative. Pertanto si accettano i pregi come i difetti; perché sappiamo che gli uni e gli altri fanno parte di lui/lei.
L’unica progettualità che vi è nell’innamoramento è il desiderio di stare vicini, il più possibile, con l’altro. La progettualità nell’amore è invece molto più vasta: si ama qualcuno e con questi si progetta una casa in cui abitare, dei figli da educare, degli interessi da condividere: “Staremo vicini e ci vorremo bene non solo oggi,che siamo giovani, belli e pimpanti, ma anche tra tanti anni,quando non saremo più giovani,quando la bellezza fisica sarà sfiorita, quando avremo bisogno di sostenerci a vicenda nelle malattie e nel bisogno.”
L’innamoramento può durare anche solo dall’alba al tramonto, o magari “l’espace d’un matin”, l’amore può durare tutta la vita.
Che cosa è cambiato in questi vissuti?
Ci si innamora ancora, si ama ancora, si progetta ancora un futuro insieme; eppure qualcosa è cambiato. I giovani, soprattutto i maschi, si innamorano più raramente;più raramente l’innamoramento acquista le caratteristiche dell’amore; più raramente l’amore si apre ad una progettualità.Si ha come paura di dire “Ti amo.”
Queste due parole sembrano troppo importanti ed impegnative. Si ha paura di un coinvolgimento della coppia “ per la vita.” Si ha ancora più paura e difficoltà ad impegnarsi come coppia nella costruzione di una famiglia.
Ci si innamora di meno forse perché questo sentimento è fatto anche di mistero,di scoperta,di conquista e sogno.Questi quattro elementi sembrano scomparsi nella vita quotidiana e nella relazione tra i sessi.
La femminilità non è più quel luogo incantato e misterioso cui avvicinarsi trepidante alla fine dell’adolescenza,essa si incontra per anni sui banchi di scuola:chiacchierona, petulante, più brava, più apprezzata, più attenta, più “secchiona” di noi maschi; si incontra nelle mille feste d’onomastico e compleanno: quando si è piccoli antipatica, smorfiosa, “rompina” e poi, da più grandi, disponibile, seduttiva, aperta a tutte le esperienze, di facile conquista.
Ogni sabato sera, ma anche in tanti altri giorni, è là che si dimena sudata, scollata, invasata, sulla pista da ballo o sul “cubo”.
Non ha più mistero e sogno il suo corpo scoperto da mani voraci fin dalla prima adolescenza,sbattuto senza veli in ogni spettacolo, come nella prima pagina d’ogni giornale o rivista:nudo, aperto, impudico, disponibile.
Non è più un sogno rivestita di abiti maschili, sicura di se, aggressiva, determinata come un uomo.
Tratto dal libro di E. Tribulato”L’educazione negata” Edizioni E.D.A.S
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