AMARSI PER SEMPRE E’ POSSIBILE?
Marco Cunico*
Nella società in cui viviamo oggi è possibile riuscire a pensare che qualcosa duri per sempre?
Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono le problematiche con le quali dobbiamo confrontarci oggi per riuscire a trovare una risposta a questo quesito.
Nella società:
I cambiamenti culturali sono sempre più rapidi: riesco a stare al passo in modo adeguato?
ES: il mondo del lavoro è in continua evoluzione.
Vi è un clima di precarietà sia per quel che riguarda l’aspetto lavorativo sia riguardo al rapporto che si ha con gli oggetti (tutto è subito vecchio e superato).
Vale la stessa cosa anche per quel che riguarda gli affetti?
Vi è l’abitudine alle emozioni forti a causa di meccanismi di tipo commerciale. E’ necessario soffermarsi e chiedersi se anche la coppia può dare sempre emozioni forti o se le caratteristiche che ne determinano la solidità e la continuità sono altre.
L’abitudine alla virtualità (tv, videogiochi, internet, second life,…) fa si che le persone si costruiscano con molta facilità la realtà virtuale che vogliono e che più le soddisfa fuggendo così da quello che è il processo di accettazione della realtà “vera”. Anzi, più la realtà si presenta frustrante più le persone sono incentivate a costruirsene un’alternativa più appagante. Questo facilita l’instaurarsi di falsi meccanismi di onnipotenza.
Quando poi, inevitabilmente, ci si deve confrontare con alcuni aspetti reali si preferisce fuggire e “tagliare” i rapporti.
E’ sempre più diffusa la tendenza a scegliere la strada più facile, quindi a comprare anziché riparare.
Si fa così anche con le persone e quindi anche con i rapporti? Perché non provare a sistemare quello che non va invece di cambiare compagno/a?
Viene dato agli oggetti un valore esasperato; infatti, nella società di oggi viene attribuito il valore delle persone quasi esclusivamente in base agli oggetti che esse possiedono. Questo inserisce la persona all’interno di un circolo vizioso dove, valendo esclusivamente per quello che si ha (e non per quello che si è!), si devono avere sempre più cose o, altrimenti, si va subito incontro ad una crisi.
L’abitudine a vivere tutto in tempo reale (telefonate, sms, internet) genera stati di ansia quando non c’è subito la risposta e allo stesso tempo crea dipendenza verso gli stessi mezzi di comunicazione.
Non sarebbe meglio, invece, lasciare del tempo ai pensieri perché possano essere elaborati prima di essere esternati?
Crescere in una società ansiogena come la nostra (telegiornale, film violenti …) porta a vedere l’altro sempre come un nemico da cui bisogna difendersi.
Come si fa dunque a riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia?
Disgregazione sociale: una volta vi erano, in negativo, maggiori pressioni, condizionamenti e pettegolezzi, ma vi era un maggior senso di sicurezza e d’inserimento. Oggi, invece, vi è da una parte una maggior libertà, ma dall’altra un senso più profondo di solitudine e vuoto (“Una comunità di soli”).
Lo spostamento delle scelte in avanti (“A quaranta anni sono ancora giovane e mi devo divertire!”) ha ricadute diverse fra uomo e donna, per la diversità dei tempi psicologici e biologici. La donna tendenzialmente anticipa i tempi rispetto all’uomo e non vedendo soddisfatte le sue richieste (es: l’aspettativa di un figlio), entra in uno stato di ansia ed esercita pressioni sul partner, il quale spesso risponde fuggendo dalla coppia o dal rapporto sessuale (impotenza).
La difficoltà di scegliere qualcosa di duraturo e definitivo per sé e per la coppia: si procede con tanti piccoli passi (“intanto cerchiamo un appartamento in affitto e poi vediamo”) senza però riuscire nella realtà ad avere e mettere poi in atto un grande progetto. I rapporti, invece, per crescere hanno bisogno di sogni importanti da poter poi realizzare insieme.
La dipendenza è arrivata a non essere più un problema, ma la normalità. Se per molte persone è normale usare droghe e alcool, perché non dovrebbe essere normale vivere la dipendenza nei rapporti affettivi?
Nella famiglia:
La separazione è una realtà sempre più diffusa e questa generazione è la prima nella quale tanti ragazzi/e sono cresciuti come figli di genitori separati.
Avendo dunque alla base un’esperienza di questo tipo come fanno poi questi giovani ad avere voglia di sposarsi e di crearsi una famiglia? Quanti traumi si portano dentro? Se non è durato il rapporto tra i genitori come possono pensare che duri per sempre il loro?
L’educazione per certi versi si dimostra notevolmente cambiata: si cresce senza normative; senza sperimentare la distanza tra il desiderio e la soddisfazione, quindi senza acquisire una certa tolleranza alle frustrazioni; senza essere più abituati a chiedere “scusa” o a dire “grazie”. Tutti questi elementi sono fondamentali per vivere all’interno di un rapporto di coppia.
L’essere abituati al “tutto e subito” mi permette di accettare che l’altro non mi può dare tutto? Essere abituati al perfetto, al migliore mi permette poi di accettare che l’altro abbia delle mancanze e che possa darmi poco?
Nelle emozioni:
All’interno della società di oggi, è scomparso il senso di colpa. Diventa quindi tutto lecito e il passaggio all’atto molto più semplice (es: tradimento), con tutti gli effetti devastanti che questo provoca sulla coppia.
È sempre più presente il sentimento della vergogna che impedisce alle persone di dire ciò che pensano realmente poiché temono il giudizio altrui. Questo ostacola notevolmente l’intimità psicologica della coppia.
Le proiezioni sono un meccanismo sempre più spesso utilizzato: è diffuso il vissuto paranoico che l’altro sia un nemico (es: il capo ufficio non mi saluta), questo perché manca la capacità di verificare se la propria fantasia è corretta o errata. Le persone così tendono a restare della propria convinzione.
Manca l’abitudine al sacrificio, alla costanza, alla pazienza e ai tempi lunghi…si vuole tutto e subito! (internet-ansia).
La sempre più diffusa abitudine alla svalutazione dell’altro porta a non rispettare le persone che ci circondano e ciò si verifica anche nei confronti del partner.
Intelligenza emotiva o fragilità emotiva?
In conclusione, è importante essere coscienti che queste problematiche possono portare a una condizione di fragilità emotiva. Per riuscire a superarla è necessario sviluppare e rafforzare una propria intelligenza emotiva, fondamentale per saper riconoscere le emozioni, tollerare le frustrazioni e mettersi nei panni dell’altro. L’intelligenza emotiva è uno strumento prezioso per rapportarsi in modo costruttivo alle problematiche che abbiamo analizzato e sviluppare così tutti quegli elementi che stanno alla base di un rapporto solido e duraturo.
È quindi possibile amarsi per sempre, anche se è sempre più difficile, solo però a condizione di essere coscienti delle proprie fragilità emotive.
*Dr. Marco Cunico
Direttore del Consultorio Familiare di Verona Sud
http://www.consultoriofamiliarevrsud.it/
Love coaching: articolo del Dr. Marco Cunico, Direttore del Consultorio Familiare di Verona
Nella società in cui viviamo oggi è possibile riuscire a pensare che qualcosa duri per sempre?
Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono le problematiche con le quali dobbiamo confrontarci oggi per riuscire a trovare una risposta a questo quesito.
Nella società:
I cambiamenti culturali sono sempre più rapidi: riesco a stare al passo in modo adeguato?
ES: il mondo del lavoro è in continua evoluzione.
Vi è un clima di precarietà sia per quel che riguarda l’aspetto lavorativo sia riguardo al rapporto che si ha con gli oggetti (tutto è subito vecchio e superato).
Vale la stessa cosa anche per quel che riguarda gli affetti?
Vi è l’abitudine alle emozioni forti a causa di meccanismi di tipo commerciale.
E’ necessario soffermarsi e chiedersi se anche la coppia può dare sempre emozioni forti o se le caratteristiche che ne determinano la solidità e la continuità sono altre.
L’abitudine alla virtualità (tv, videogiochi, internet, second life,…) fa si che le persone si costruiscano con molta facilità la realtà virtuale che vogliono e che più le soddisfa fuggendo così da quello che è il processo di accettazione della realtà “vera”.
Anzi, più la realtà si presenta frustrante più le persone sono incentivate a costruirsene un’alternativa più appagante. Questo facilita l’instaurarsi di falsi meccanismi di onnipotenza.
Quando poi, inevitabilmente, ci si deve confrontare con alcuni aspetti reali si preferisce fuggire e “tagliare” i rapporti.
E’ sempre più diffusa la tendenza a scegliere la strada più facile, quindi a comprare anziché riparare.
Si fa così anche con le persone e quindi anche con i rapporti? Perché non provare a sistemare quello che non va invece di cambiare compagno/a?
Viene dato agli oggetti un valore esasperato; infatti, nella società di oggi viene attribuito il valore delle persone quasi esclusivamente in base agli oggetti che esse possiedono. Questo inserisce la persona all’interno di un circolo vizioso dove, valendo esclusivamente per quello che si ha (e non per quello che si è!), si devono avere sempre più cose o, altrimenti, si va subito incontro ad una crisi.
L’abitudine a vivere tutto in tempo reale (telefonate, sms, internet) genera stati di ansia quando non c’è subito la risposta e allo stesso tempo crea dipendenza verso gli stessi mezzi di comunicazione.
Non sarebbe meglio, invece, lasciare del tempo ai pensieri perché possano essere elaborati prima di essere esternati?
Crescere in una società ansiogena come la nostra (telegiornale, film violenti …) porta a vedere l’altro sempre come un nemico da cui bisogna difendersi.
Come si fa dunque a riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia?
Disgregazione sociale: una volta vi erano, in negativo, maggiori pressioni, condizionamenti e pettegolezzi, ma vi era un maggior senso di sicurezza e d’inserimento. Oggi, invece, vi è da una parte una maggior libertà, ma dall’altra un senso più profondo di solitudine e vuoto (“Una comunità di soli”).
Lo spostamento delle scelte in avanti (“A quaranta anni sono ancora giovane e mi devo divertire!”) ha ricadute diverse fra uomo e donna, per la diversità dei tempi psicologici e biologici. La donna tendenzialmente anticipa i tempi rispetto all’uomo e non vedendo soddisfatte le sue richieste (es: l’aspettativa di un figlio), entra in uno stato di ansia ed esercita pressioni sul partner, il quale spesso risponde fuggendo dalla coppia o dal rapporto sessuale (impotenza).
La difficoltà di scegliere qualcosa di duraturo e definitivo per sé e per la coppia: si procede con tanti piccoli passi (“intanto cerchiamo un appartamento in affitto e poi vediamo”) senza però riuscire nella realtà ad avere e mettere poi in atto un grande progetto. I rapporti, invece, per crescere hanno bisogno di sogni importanti da poter poi realizzare insieme.
La dipendenza è arrivata a non essere più un problema, ma la normalità. Se per molte persone è normale usare droghe e alcool, perché non dovrebbe essere normale vivere la dipendenza nei rapporti affettivi?
Nella famiglia:
La separazione è una realtà sempre più diffusa e questa generazione è la prima nella quale tanti ragazzi/e sono cresciuti come figli di genitori separati.
Avendo dunque alla base un’esperienza di questo tipo come fanno poi questi giovani ad avere voglia di sposarsi e di crearsi una famiglia? Quanti traumi si portano dentro? Se non è durato il rapporto tra i genitori come possono pensare che duri per sempre il loro?
L’educazione per certi versi si dimostra notevolmente cambiata: si cresce senza normative; senza sperimentare la distanza tra il desiderio e la soddisfazione, quindi senza acquisire una certa tolleranza alle frustrazioni; senza essere più abituati a chiedere “scusa” o a dire “grazie”. Tutti questi elementi sono fondamentali per vivere all’interno di un rapporto di coppia.
L’essere abituati al “tutto e subito” mi permette di accettare che l’altro non mi può dare tutto? Essere abituati al perfetto, al migliore mi permette poi di accettare che l’altro abbia delle mancanze e che possa darmi poco?
Nelle emozioni:
All’interno della società di oggi, è scomparso il senso di colpa. Diventa quindi tutto lecito e il passaggio all’atto molto più semplice (es: tradimento), con tutti gli effetti devastanti che questo provoca sulla coppia.
È sempre più presente il sentimento della vergogna che impedisce alle persone di dire ciò che pensano realmente poiché temono il giudizio altrui. Questo ostacola notevolmente l’intimità psicologica della coppia.
Le proiezioni sono un meccanismo sempre più spesso utilizzato: è diffuso il vissuto paranoico che l’altro sia un nemico (es: il capo ufficio non mi saluta), questo perché manca la capacità di verificare se la propria fantasia è corretta o errata. Le persone così tendono a restare della propria convinzione.
Manca l’abitudine al sacrificio, alla costanza, alla pazienza e ai tempi lunghi…si vuole tutto e subito! (internet-ansia).
La sempre più diffusa abitudine alla svalutazione dell’altro porta a non rispettare le persone che ci circondano e ciò si verifica anche nei confronti del partner.
Love coaching: intelligenza emotiva o fragilità emotiva?
In conclusione, è importante essere coscienti che queste problematiche possono portare a una condizione di fragilità emotiva. Per riuscire a superarla è necessario sviluppare e rafforzare una propria intelligenza emotiva, fondamentale per saper riconoscere le emozioni, tollerare le frustrazioni e mettersi nei panni dell’altro. L’intelligenza emotiva è uno strumento prezioso per rapportarsi in modo costruttivo alle problematiche che abbiamo analizzato e sviluppare così tutti quegli elementi che stanno alla base di un rapporto solido e duraturo.
È quindi possibile amarsi per sempre, anche se è sempre più difficile, solo però a condizione di essere coscienti delle proprie fragilità emotive.
*Dr. Marco Cunico
Direttore del Consultorio Familiare di Verona
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