La cosa più importante nella vita è amare qualcuno.
La seconda cosa più importante nella vita è avere qualcuno che ti ami.
La terza cosa più importante è che le prime due accadano in contemporanea.
Howie Schneider
Love coaching: amare, essere amati e trovare la felicità
Questo ci accomuna al di là delle differenze geografiche, etniche e culturali.Anzi, molti dei nostri desideri in realtà sono funzionali all’amore, come la salute e il benessere economico.
Desideriamo alcune cose perché pensiamo che ci faranno apparire a nostra volta più desiderabili e aumenteranno le nostre possibilità di trovare l’amore.
Anche se l’amore è il bisogno fondamentale del genere umano,continua ad essere l’area nella quale accumuliamo errori e incomprensioni senza fine.
In questo c’è anche un vuoto culturale: non esiste una vera e propria educazione all’amore, e troppo spesso fare coppia ha significato rispettare le leggi della società invece che del cuore.
Diamo uno sguardo ad alcuni problemi tra i più diffusi nelle relazioni di coppia, che impediscono loro di funzionare.
Love coaching: il nostro Io e l’insicurezza emotiva
Poiché non possiamo fare a meno di definirci attraverso il rapporto con ciò che sta all’esterno di noi, la nostra identità prima o poi finisce per coincidere con ciò che possediamo materialmente, con le attività che svolgiamo e, non ultima, con la nostra relazione sentimentale.
Si tratta sempre di una identità temporanea e dipendente.
Ma avere una identità temporanea, essere insomma qualcuno di indefinito nel tempo, non ci fa stare tranquilli.
E così ci attacchiamo a quell’Io, a quella definizione basata sui nostri beni materiali, sul nostro lavoro, e sulla nostra immagine di partner.
Così diventiamo dipendenti, ci sembra di esistere solo in funzione di ciò che abbiamo usato per auto definirci. La persona indipendente di un tempo all’improvviso non c’è più.
Ha delegato al partner la risposta alla domanda più importante: chi sono?
Il partner – forse senza saperlo – riceve dalle nostre mani qualcosa di estremamente prezioso. Ciò genera in noi la paura di perdere quella persona.
Non è tanto la paura di restare soli, ma quella di non avere più lo specchio in cui rifletterci. Scivoliamo in una posizione di bisogno continuo, il bisogno di conferma da parte di chi ci ama.
Invece di festeggiare la gioia di stare insieme e celebrare il meraviglioso sentimento che ci unisce, cerchiamo di proteggerci dall’eventuale perdita.
Love coaching: comunicare i bisogni
Nel tentativo di non provocare incidenti, a volte cadiamo in un’altra trappola: filtriamo le nostre parole.
Smettiamo di comunicare i nostri bisogni in modo aperto, chiaro e coraggioso.
Ci comportiamo come se il partner avesse il magico dono di leggerci nel pensiero. Alcuni ne sono convinti, infatti nel rimproverare la propria metà esordiscono dicendo ma perché non mi conosci? Ma lo sai che a me piace eccetera.
Nella maggior parte dei casi invece, quando ci rendiamo conto che i nostri bisogni non sono stati capiti, in segreto biasimiamo l’altra persona.
Il nostro umore ne risente e se siamo infelici non siamo certo in grado di soddisfare bisogni del partner.
Lui o lei, allora, potrebbe cadere nel nostro stesso errore e risentirsi perché siamo sempre di cattivo umore.
Ecco un circolo vizioso. Ma è sbagliato anche comunicare i bisogni per attaccare l’altra persona e in qualche modo attribuirgli delle responsabilità tutte da stabilire.
Dal blog di Sergio Ciampi
L’articolo prosegue qui:
Love coaching: amare, essere amati e trovare la felicità 2°parte
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