Forse sarà per il periodo che abbiamo vissuto, forse perché davvero nonostante tutti e tutto abbiamo una meravigliosa voglia di ritornare a vivere, forse perché davvero ce lo meritiamo, sempre più spesso mi rivolgono le stesse domande:
- come essere felici;
- come essere felici anche da soli;
- come essere felici in coppia.
Anche se apparentemente le cose non sono collegate, i risvolti di queste domande la dicono davvero lunga.
Molte coppie hanno sperimentato cosa significa letteralmente stare sempre sotto lo stesso tetto h 24, altre cosa significhi vivere separate per tantissimo tempo senza se e senza ma, ancora alcuni hanno scoperto la bellezza dello stare da soli o la solitudine che questo comporta.
L’unica domanda resta ed è, comunque, cosa possiamo fare per essere felici?
Essere felici sia da soli sia in coppia
Partendo dal presupposto che è una domanda vecchia come il mondo e libri e libri, tomi su tomi, intere enciclopedie sono state da sempre scritte sull’argomento e tante altre ancora si scriveranno, la ricerca della felicità è un argomento che da sempre affascina l’uomo.
Tutti vogliamo essere felici, nessuno escluso.
L’uomo nasce per fuggire e combattere lui, il dolore!
La tristezza, l’apatia, la letargia, l’ansia, la paura e tutti i loro fratelli e sorelle non dovrebbero nemmeno esistere.
Dovremmo vivere “up” sempre e comunque.
Purtroppo questo non può essere una situazione fisiologica perenne e in un mese, un solo giorno, in una sola ora, persino in una frazione di tempo molto più piccola, siamo sempre presi dell’onda esistenziale e dei vorticosi oceani emotivi che ci portano su e giù in una costante curva emotiva sentimentale.
Basterebbe, senz’altro, padroneggiare l’arte di auto condizionarsi e non appena quel brutto pensiero bussa alla porta, chiudere la porta a quattro mandate fino a quando non si stufa e si volatilizza, ma capisco che questo “gioco” non può essere per tutti e nemmeno tanto semplice da prendere come abitudine.
Quando il “down” prende, non c’è verso!
Così aneliamo all’essere felici, inseguendo questa sensazione come fosse una chimera, qualcosa di lontano, convinti che la normalità sia questa e l’isola che non c’è sia solo un sogno di un bambino che si addormenta dopo la favola della buona notte.
Siamo sicuri che davvero sia così?
Cosa possiamo fare per cambiare questa situazione?
Ci sono delle strategie per avere quanto meno più periodi UP rispetto a quelli DOWN?
L’essere felici
La condizione dell’essere felici, se vogliamo, racchiude un po’ tutto quello che riguarda la crescita interiore e, forse per questa ragione, molti credono che sia la meta finale.
Mi spiace deluderli ma questo è solo il principio del viaggio, in quanto si tratta poi di mantenere questa condizione, ma questa è tutta un’altra storia.
Sì perché prima dobbiamo arrivarci e, per farlo, per essere UP, per essere felici e mantenere questa felicità in modo permanente, dobbiamo portare in positivo tutti gli altri fattori che compongono questo aspetto e mantenerli in questo modo.
Così, per esempio, l’auto stima, la fiducia in sé stessi, il senso di vuoto per la creazione del pieno, l’essere invece dell’apparire ecc. ecc. diventano le basi dalle quali partire e da portare a un livello più alto.
Si perché la nostra felicità dipende in gran parte dalla visione che abbiamo di noi stessi e del mondo che ci circonda e su questo credo ci siano davvero pochi dubbi.
Di contro
“Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che tu hai mille ragioni per sorridere. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione, perché la tua coscienza è ciò che tu sei, e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E ciò che gli altri pensano di te, è un loro problema”.
Mi piace molto quest’aforisma perché è un assioma che ci spinge prepotentemente verso un’altra verità: la nostra felicità non dipende dagli altri ma solo ed esclusivamente da noi stessi.
Questo a sua volta ci apre la strada verso un’altra grande riflessione: se non saremo in pace con noi stessi, se non saremo già felici, è inutile cercare la felicità nelle braccia di chi che sia, tutto parte da dentro di noi e nulla riguarda mai l’esterno.
Insomma, essere felici è una nostra scelta e un nostro dovere e non possiamo cercarla altrove tranne che in noi stessi.
Perché accettare la sfida di essere felici e farlo ora
Abbiamo una vita e una soltanto.
Anche se credi nella reincarnazione, il tuo dovere è vivere nel qui e ora, non nel passato e nemmeno nel futuro.
Per vivere pienamente dobbiamo essere necessariamente felici, felici della possibilità che ci viene offerta, felici di far parte di un Tutto che possiamo modificare quando ci piace, insomma felici, punto.
Ciò che non consideriamo è che c’è sempre un motivo per essere felici ma siamo talmente tanto abituati a vedere il bicchiere mezzo vuoto che non ce ne rendiamo conto.
Lo stato mentale della felicità si raggiunge per sottrazione, non per addizione.
È giusto essere ambiziosi nella vita, fa parte dell’indole umana la voglia di cercare sempre di migliorarsi giorno dopo giorno ma, fino a quando saremo proiettati verso il futuro, non ci godremo mai il presente.
Essere felici, a mio avviso, non significa accontentarsi ma prendere coscienza, due cose ben diverse, raggiungendo una visione unitaria.
La vita è una maratona non una cento metri e come tale va affrontata, a piccoli passi.
Dobbiamo essere felici che quel passo possiamo farlo come dobbiamo essere felici quando un passo dopo l’altro ci avviciniamo alla meta.
Certo ci saranno ostacoli, ci saranno impedimenti ma quello che conta è come questi vengono affrontati, non con un sorriso da ebete, questo mai, che sarebbe solo finzione e nient’altro ma con la consapevolezza del nostro essere, tutta quella che possiamo metterci, tutta quella che quello sforzo richiede.
Solo così cresceremo, arricchiremo noi stessi nell’esperienza e, certamente, la felicità sembrerà più vicina.
Poi magari scopriremo che siamo stati sempre felici durante il percorso e magari ci faremo una sonora risata perché capiremo che ciò che volevamo è stato sempre con noi… Ma questa è un’altra storia!
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