Ok, i 50 anni sono i nuovi 30, come da sempre dico, ma solitamente dopo i 40 anni, per via dell’esperienza acquisita, si comprende finalmente una cosa fondamentale per stare bene: l’importanza del lasciare andare.
È perfettamente logico che nei primi anni di vita adulta ci sia la tendenza all’accumulo, spesso incontrollato.
Quando si acquisisce l’indipendenza, soprattutto di tipo econimico/sociale, è lecito aspettarsi che una persona, uomo o donna che sia, desideri ampliare il suo raggio d’azione e rimettersi alla pari con il mondo che la circonda, anche per il bisogno d’inclusione che appartiene a ogni essere umano.
Il possesso diventa un mezzo per stare bene e le cerchie di amici e conoscenti un indicatore di riprova sociale.
Poi, finalmente, quando abbiamo fatto le nostre esperienze si cambia e soprattutto si cresce.
Imparare a lascia andare
E sì, dopo i 40 anni non si ha più voglia di drammi, di conflitti, di spiegazioni!
È così che inizia una sorta di selezione naturale e ogni cosa e, soprattutto, ogni persona che già era, è e farà parte nel nostro cerchio di vita viene riesaminata.
Dopo i 40 anni siamo in grado di fare le nostre scelte e lo facciamo nel pieno rispetto di ciò che siamo ma soprattutto nel rispetto di ciò che vogliamo essere.
No, apparentemente può sembrare una questione di tempo, dopo i 40 se ne ha sempre meno in fin dei conti, ma non è così o almeno lo è in parte.
È a quest’età che iniziamo a cambiare o almeno dovremmo.
È quando varchiamo questa soglia che, infatti, spesso, si sceglie di circondarsi sempre di meno persone.
Resteranno solo quelle che davvero ci trasmettono qualcosa e le altre semplicemente le lasceremo andare.
Dopo i 40 anni, spesso, si comincia anche a scegliere il silenzio.
Non si ha più voglia di fare inutili e sterili polemiche, sappiamo che è solo una perdita di energia e basta.
Soprattutto abbiamo imparato che, arrabbiarsi non porta a nulla, tuttalpiù facciamo le nostre scelte in silenzio, certo dopo aver avvisato più e più volte, ma con la pacatezza che solo gli anni possono darci.
D’altronde, se una persona ha deciso il suo percorso e più di una volta è stata avvisata, è bene per tutti che apprenda la lezione da sé, per il nostro bene e per il suo.
Anche per questo, a volte, dopo i 40 anni si sceglie persino l’assenza.
Prima credevamo che tutto girasse intorno a noi.
Ora sappiamo che il nostro apporto può essere fondamentale ma non è indispensabile e, così, cambiano anche le nostre priorità.
È proprio a questa età, in effetti, che spesso si sceglie di dedicarsi di più solo a ciò che ci dona una sensazione di pace con noi stessi.
I mille hobby e i mille interessi sono filtrati e facciamo spazio tenendo solo ciò che davvero ci fa stare bene.
Il lasciare andare e la presa di coscienza
Dopo i 40 anni, però, accade anche un’altra cosa stupenda e meravigliosa.
È a quest’età che si comincia a vedere le cose per come sono.
In questi anni scopriamo di avere davvero degli occhi per vendere e riusciamo a comprendere, percepire, intuire e guardare il mondo per com’è e sempre meno per come sembra.
Da quest’età in poi, inoltre, iniziamo a preservarci e rivelare la nostra intimità solo a chi è davvero in grado di guardarci dentro.
Passiamo da persone a individui facendo il grande salto e la selezione tra ciò che utile e ciò che è inutile diventa inevitabile.
È sempre intorno a questa età, difatti, che si comprende che ciò che è davvero necessario è da tenere stretto mentre il superfluo può e deve essere lasciato andare.
In fondo siamo qui per essere, né per apparire né per avere.
Ci si sbarazza di tante cose: parole, persone, oggetti e teniamo solo ciò che ci rende davvero individui migliori.
Per il resto, impariamo l’arte dell’indifferenza.
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