Nelle sessioni di Love Coaching capita d’imbattermi in coachee a cui è poco chiaro questo concetto: prima d’iniziare una relazione con chi che sia dobbiamo comprendere se per lui/lei la relazione precedente è davvero finita.
Sembra scontato ma non lo è affatto.
Oggi come oggi molte relazioni, che sulla carta potevano funzionare, tracollano proprio per questo motivo.
Forse ti starai chiedendo il perché, analizziamolo insieme.
Quando finisce un amore
Un rapporto a due, anche se vissuto in maniera superficiale, lascia sempre degli strascichi.
Come per osmosi, quando si vive una relazione, c’è sempre un interscambio tra i due partner e, anche se nessuno lo ammetterebbe mai, i due si porteranno sempre e per sempre un pezzettino dell’altro nel loro personale cammino.
Esiste una leggenda metropolitana che è dura a morire, quella del chiodo scaccia chiodo.
Come accade per i fantini, che quando cadono da cavallo devono immediatamente rimettersi in sella, pena non affrontare correttamente la paura del rimontare, così si pensa che quando una relazione finisce sia opportuno rimettersi subito in cerca perché, qualora la ricerca fosse fruttifera, si potrà dimenticare in fretta e voltare pagina.
Ti prego non cadere mai in questa trappola.
Prima di iniziare una nuova relazione, per noi e per l’altro, dobbiamo essere sicuri di essere in pace con noi stessi e che la storia precedente sia davvero finita.
È deleterio impegnarsi con qualcuno con ancora scheletri nell’armadio presenti e mai rimossi.
Parola d’ordine consapevolezza
È da tanto che ormai lo diciamo: la parola d’ordine è bastarsi e ogni rapporto può essere vissuto solo quando siamo veramente consapevoli di chi siamo e cosa stiamo cercando.
Questo è valido sia per noi che per l’altro, quindi, quando hai il minimo sentore che dall’altra parte c’è una persona ancora incompleta, evita di buttarti a capofitto in una relazione, semplicemente perché è qualcosa di fallimentare sin dalla partenza.
Anche se una persona ti piace e tu piaci a lei, prima d’iniziare una relazione, assicurati sempre che sia in pace con sé stessa e che abbia raggiunto la consapevolezza necessaria per impegnarsi in un rapporto, perché ricorda che le persone con in periodi di transizione, con storie finite e allo stesso tempo infinite, partner probabili che vivono periodi confusionali spesso ancora prima che il rapporto inizi, non portano da nessuna parte.
Noi donne, soprattutto, spesso soffriamo della sindrome delle crocerossine e delle suffragette.
Ci facciamo carico di “casi umani” dando per scontato che con il nostro amore riusciremo a cambiarlo.
La verità è solo una: bisognerebbe ricordarsi che il piacere con la “P” maiuscola è solo nella fase iniziale, dopo c’è il completarsi e per fare questo occorre serenità d’animo.
Per farlo dovremmo essere amiche, donne, amanti del nostro compagno ma come potremmo essere tutto questo se rivestiamo i panni delle psicologhe o peggio delle assistenti sociali?
Per tutti c’è qualcuno
Se ti concentri sulle ferite continuerai a soffrire.
Non esistono traguardi che non puoi raggiungere se lo vuoi veramente.
Cerca te stesso.
Il “Nosce te ipsum” è oggi qualcosa di reale e concreto.
Prima di cercare l’altro/a dobbiamo comprendere chi siamo per poi scoprire quello che davvero vogliamo.
Va bene sperimentare, indubbiamente, del resto se non si assaggiano diversi gusti non si potrà trovare la combinazione per il gelato perfetto ma ricordiamoci che c’è e sempre ci sarà un tempo per tutto.
Oggi viviamo più a lungo rispetto a un passato nemmeno troppo lontano.
Teoricamente avremmo più tempo, ma specie per le questioni di cuore siamo sempre più precoci, tanto da bruciare tappe che andrebbero vissute diversamente.
Lì fuori c’è qualcuno per tutti ma come possiamo vederlo se non sappiamo riconoscerlo?
Guardarsi dentro prima di guardare fuori.
Per una legge non scritta, i simili si attraggono.
Se siamo completi al nostro fianco vorremmo persone altrettanto complete con cui poter avere un progetto di vita.
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