Oggi tutto intorno ci rammenda che, per vivere e non sopravvivere, dobbiamo necessariamente apprendere l’arte di amare sé stessi.
Sì perché fino a quando non comprendiamo che amarsi è l’unica via per vivere nel modo corretto e affrontare il mondo, di strada ne faremo ben poca.
Purtroppo, però, amare sé stessi è tutt’altro che semplice e, nel contempo, risulta complicatissimo farlo quando, fino a ieri, eravamo i peggiori nemici di noi stessi.
Allora che fare? Rinunciamo e gettiamo la spugna?
Assolutamente no!
Sappiamo quando questo sia importante e ci piacciono le sfide.
Perché amare sé stessi è davvero importante
L’uomo è fautore del proprio destino.
Tutti noi, nel nostro piccolo, ogni giorno affrontiamo piccole grandi sfide e c’è una forza che ci sorregge da sempre e ci permette di camminare contro vento: l’amore per noi stessi.
Amarsi è il primo passo per essere completi, soddisfatti, identificati con ciò che siamo.
Sappiamo quanto questo sia importante.
Lo stimare, l’atto di considerare, reputare, ritenere o, nell’accezione comune del termine, determinare il prezzo/ valore, dovrebbe essere qualcosa di nostra competenza, soprattutto quando parliamo di noi, ma fin quando non sarai davvero innamorato di te, è qualcosa che facilmente viene delegato agli altri.
L’autostima, ovvero l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di sé stesso, non è qualcosa che si acquisisce per derivazione né tanto meno il riflesso di ciò che pensano gli altri di noi.
Come ogni parte del nostro carattere si forma nel tempo e, proprio perché ci appartiene, può essere mutata nel tempo se realmente lo vogliamo.
Cosa succede?
Tendenzialmente viviamo nell’epoca del tutto e subito e il mondo ci propina immagini da mulino bianco tutti i giorni.
L’imperfezione viene costantemente cannibalizzata e la realtà ci racconta spesso quello che non è e che mai sarà.
Vediamo le maschere indossate dai nostri simili e ci immaginiamo che le loro vite siano complete da ogni punto di vista.
I confronti e i raffronti sono spesso fatti sulle mancanze e sulle debolezze e qualora troviamo qualche punto di forza a nostro favore, cambiamo semplicemente bersaglio cercando chi sta meglio da quel punto di vista.
Invidia, paure, gelosie sono sentimenti negativi che aprono spirali dalle quali è difficile uscire.
Per nostra fortuna, però, questo quadro sta diventando abbastanza definito e chiaro e oggi sappiamo che solo l’amore per sé stessi può guidarci verso un mondo migliore.
Perché ci odiamo?
Il carattere di una persona si forma in tenera età e, fin dall’infanzia, tutto ciò che ci circonda lascia la sua impronta.
I nostri genitori, ad esempio, ci hanno cresciuti certamente al meglio delle loro possibilità ma senza valutare come alcuni comportamenti, specie se ripetuti, potevano lasciare macchie indelebili.
“Guarda Anna com’è brava, aiuta sempre in casa”, diceva babbo e io, innamorata di mio padre come qualsiasi altra bambina del proprio genitore, mercantavo il suo affetto con l’essere la brava bimba che lui desiderava, mettendo spesso da parte me stessa, camminando in punta di piedi senza dare fastidio.
Le dipendenze affettive si formano proprio in questo modo e, purtroppo, più si cresce più sono esasperate.
In un mondo ideale, probabilmente un universo parallelo che non esiste, basterebbe un colpo di spugna per cancellare tutti gli eventi che ci hanno portato a questo punto, per sfortuna non è possibile.
Un bullo a scuola, una situazione che ci ha fatto sentire diversi, qualsiasi cosa che ci ha fatto sentire sbagliati, fuori contesto, fuori luogo, tutto può lasciare una cicatrice nell’anima che oggi ci impedisce di amarci serenamente. Tante volte si tratta addirittura di eventi che nemmeno più ricordiamo.
Iniziamo ad amarci
Ciò su cui possiamo agire adesso, più che le cause sono le conseguenze e certamente il primo passo è un sano esame di coscienza.
Se non ci amiamo a sufficienza non è detto che proprio ci si odia ma, sicuramente, avremo dei pensieri negativi che vanno immediatamente affrontati.
Spostare il focus è un passo da fare immediatamente.
Perché invece di concentrarci su cosa ci manca, cosa non abbiamo, non iniziamo a concentrarci su cosa abbiamo?
No, non parlo solo di cose materiali ma dei talenti che certamente ognuno di noi possiede.
Tutti e dico proprio tutti abbiamo qualcosa che gli altri non hanno da questo punto di vista.
“La mente mente” è una frase trita e ritrita ma in pochi hanno compreso quanto questo sia vero.
L’autosabotaggio, il pessimo dialogo interiore è sempre lì, dietro l’angolo, per abbatterci.
“Fare pace con il cervello” significa comprendere che i veri padroni a casa nostra dobbiamo essere noi e che la mente non può fare le veci del padrone quando è in casa.
Formula un dialogo con te stesso positivo perché in fondo noi siamo ciò che pensiamo.
Se è vero che l’autostima non è riflessa, è altrettanto vero che, fino a quando non avremo messo in moto la macchina dell’amore per noi stessi, ciò che pensano le persone di noi ci condizionerà.
Allora, circondiamoci di affetti veri e sinceri, evitando come la peste chi può farci soffrire.
Siamo tanti su questa terra, è inutile combattere contro i mulini a vento, la nostra serenità vale troppo.
Se qualcosa non ha girato fino a ieri perché dovrebbe iniziare a farlo oggi?
Circondati di amicizie vere di cui puoi fidarti.
Sincerità, questa deve essere la parola d’ordine da oggi in poi.
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