Rapporto di coppia: incontro,scontro e crescita nelle relazioni
Da bambini le nostra speranza più grande è che i nostri genitori ci accettino così come siamo e si impegnino a comprenderci realmente, a rispettarci ed amarci come e quanto abbiamo bisogno.
Purtroppo è una speranza che si avvera solo in parte, talvolta addirittura per niente, creandosi così delle vere e proprie ferite affettive, più o meno profonde a seconda dei casi.
Col tempo subentra una sorta di abitudine, di rassegnazione e infine di oblio. Ma la speranza non è morta, è solo in animazione sospesa, e si risveglia quando ci troviamo coinvolti in un rapporto di coppia.
Non sempre e non subito, però: solo in quel rapporto di coppia in cui c’è un profondo coinvolgimento affettivo, un innamoramento, e solo quando i due hanno raggiunto un certo grado di confidenza e intimità e iniziano a fare a meno delle maschere. A questo punto scattano in entrambi forti aspettative nei confronti dell’altro:
“Che cosa farai per me? Mi aiuterai? Mi ascolterai? Mi farai sentire bene? Realizzerai i miei sogni? Sarai il padre che io non ho potuto avere, la madre che non ho avuto? Adesso che mi sono innamorato di te, tu hai il dovere di far scomparire le mie sofferenze. Ascoltami, guariscimi, fammi stare bene. (…)
Ci sono due tipi di bisogni emotivi che cerchiamo di soddisfare nelle nostre relazioni intime: uno è quello di cui siamo consapevoli (fammi felice, dammi la sicurezza economica, sii un buon padre per i miei figli), l’altro è costituito dalle esigenze emotive inconsce che rappresentano il tentativo della nostra personalità di guarire tutto ciò che si frappone alla nostra capacità di sentirci integri. In ogni relazione esiste dunque un viaggio emotivo nascosto.”
Il rapporto di coppia diviene insomma una opportunità tramite cui crediamo di poter guarire una volta per tutte le ferite d’amore, le carenze affettive, le delusioni subite durante l’infanzia e il partner diviene per certi aspetti un sostituto di nostro padre, di nostra madre (o di entrambi) e inconsciamente lo invitiamo – talvolta sfidiamo – ad amarci in modo totale, ad accettarci per quello che siamo, ad essere il genitore perfetto che non abbiamo mai avuto ma abbiamo sempre desiderato.
Si tratta, come è facile intuire, di aspettative eccessive, che solo una mente bambina può sperare di poter soddisfare e tuttavia il nostro inconscio è sempre allo stadio infantile – è inconscio proprio perché non ha voluto /potuto crescere – e quindi è proprio sulla base di tali aspettative che passiamo dall’innamoramento alla relazione stabile.
“Quando ci innamoriamo non ci limitiamo a dire: ‘Hai proprio una mente meravigliosa, sarà una gioia parlare con te per i prossimi cinquant’anni’.
Quello che diciamo in realtà è: ‘Hai proprio una mente meravigliosa; mi aspetto anche che tu sia un amante eccezionale, una compagnia straordinaria per le uscite del venerdì sera, un padre stupendo, il mio sostegno e la mia spalla in società, il mio compagno politico, la persona di cui i miei genitori si possono fidare, il conforto nei momenti di sofferenza, e anche il mio guru, il mio lacrimatoio e la mia banca personale”.
Poiché ci aspettiamo che un rapporto di coppia soddisfi pienamente e perfettamente tutte le nostre esigenze in questa maniera stravagante e irreale, naturalmente tendiamo ad escludere tutte le altre persone che potrebbero partecipare alla soddisfazione delle nostre esigenze; questo allevia tali persone da potenziali fardelli e in un certo senso fa sembrare la vita meno complicata, ma sovraccarica il partner – che è soltanto un semplice mortale che ci ama, non un dio che può realizzare ogni nostro sogno e, nell’aggrapparci a questo mito diventiamo troppo esigenti.
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“Rapporto di coppia: incontro,scontro e crescita nelle relazioni” primo capitolo
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