Rapporto di coppia, matrimonio e genitorialità
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescente pluralizzazione del modo di essere coppia:
rapporto di coppia di fatto, rapporto di coppia omosessuale, rapporto di coppia aperta, rapporto di coppia monogamica, rapporto di coppia ricostituita…
Tra i vari stili permane quello del matrimonio, anche se la crescente provvisorietà delle relazioni intime dovuta all’altrettanto crescente complessificazione della società, hanno inciso sul calo dei matrimoni.
Un simile passo costituisce un momento di transizione che mette allo scoperto la qualità della relazione, le dinamiche sottostanti sia alla coppia sia a tutta la famiglia allargata.
Alcuni meccanismi di interazione presenti all’interno della coppia possono essere il frutto di modelli appresi osservando lo stile relazionale dei propri genitori oppure il frutto di modelli adottati per evitare un simile stile relazionale.
Queste scelte si manifestano sia nel ruolo di coniugi che nel ruolo di genitori e determinano sia l’insieme di regole che stanno alla base del’interazione dei partners e del loro modo di essere una coppia, ovvero il patto coniugale (Cigoli, 1998), che l’insieme di regole che stanno alla base del loro modo di essere genitori, ovvero il patto genitoriale, quest’ultimo nella coppia con figli.
Ogni transizione costituisce un passaggio importante da una condizione conosciuta ad una ignota e permette di rielaborare i rapporti tra familiari attribuendo nuovi significati, nuove possibilità di espressione, nuovi obiettivi.
Le transizioni possono essere innescate dalle naturali fasi del ciclo vitale come il matrimonio, la nascita o l’adozione dei figli, la perdita di un proprio caro… e costituiscono dei momenti intorno ai quali riorganizzarsi in modo più o meno costruttivo e più o meno ripetitivo.
Esse rappresentano un’ opportunità per comprendere quanto i nostri schemi di funzionamento siano funzionali, siano il frutto di una sintesi personale o di una riproposizione di qualcosa di conosciuto nelle generazioni precedenti e da esse appreso.
Affrontare queste tappe vitali potrebbe generare una crisi familiare o magari una crisi di coppia che permette di svelare come funziona la struttura familiare allargata, i mandati familiari, i miti a cui si ispira la cultura familiare, il modo in cui avviene lo scambio generazionale.
Ogni salto evolutivo è caratterizzato, consapevolmente e inconsapevolmente, da obiettivi e aspettative che potrebbero essere disattesi.
Ad esempio il matrimonio può portare con sé aspettative di autonomia e indipendenza dalla famiglia nucleare; bisogno di intimità e complicità; condivisione di un progetto di vita comune; desiderio di diventare genitori e queste fantasie non sempre si realizzano nel modo in cui si desiderava.
Allo stesso tempo anche la generazione precedente può nutrire aspettative verso il matrimonio dei propri figli: la possibilità di diventare nonni, di sentirsi più o meno utili alla vita dei neogenitori, di avere una discendenza, di esercitare nuovamente potere sui propri figli…
Tutti questi vissuti in merito al matrimonio spesso possono scontrarsi e creare tensione nel sistema familiare allargato (genitori, fratelli, zii..) oltre che nella coppia.
Le attese dei propri genitori potrebbero trasformarsi in pressioni e le aspettative proprie e del partner potrebbero diventare priorità indissolubili o vissute con sacrificio: e allora la nascita di un figlio rischia di essere vista come l’unica possibilità di salvare il matrimonio di una coppia che si è formata ancor prima che ogni membro si differenziasse dal proprio nucleo familiare originario; la mancanza di latte al seno in una neo-mamma può trasformarsi in una pesante sconfitta verso la propria famiglia d’origine o in un forte senso di inadeguatezza verso il neonato; altre volte si vuole diventare genitori a tutti i costi solo per obbedire ad uno standard sociale senza aver raggiunto la maturità psicosessuale adeguata ed avere interiorizzato le necessarie funzioni genitoriali e senza la consapevolezza connessa all’esercizio della responsabilità genitoriale; altre ancora la genitorialità è vista come un limite alla propria libertà e può mettere a repentaglio il progetto comune all’interno della coppia oppure il rapporto con i propri familiari.
Tutti questi aspetti sono molto più comuni di quanto si pensi ma spesso è difficile esprimere apertamente dubbi, riflessioni o constatazioni riguardanti queste dinamiche per timore di sentirsi diversi o apparire impreparati.
Le attese intergenerazionali sul matrimonio sono progressivamente cambiate nel corso del tempo: mentre in passato ci si aspettava che la coppia generasse immediatamente un figlio come riprova della potenza sessuale del maschio e della fertilità della femmina, oggi questa ideologia risulta superata e persiste solo in una minoranza di persone,
infatti ora viene generalmente accettata una fase di conoscenza e assestamento tra i partners, spesso sotto forma di convivenza prematrimoniale, passata la quale, a volte, non è detto che ci si senta pronti per affrontare il passo del matrimonio.
Viversi la coppia e vivere in coppia implica una negoziazione delle regole della relazione sia da un punto di vista coniugale e, successivamente, per coloro che scelgono di avere figli, genitoriale.
A cura di Dott.ssa Maura Santandrea
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