Una delle esperienze più difficili che spesso si sperimentano durante il corso della propria vita è la fine di un rapporto di coppia.
La fine è talmente dolorosa che si teme di non riuscire a sopportarla poiché spesso è accompagnata da sentimenti di disperazione, inadeguatezza, solitudine, inutilità, mancanza di speranza.
Per questo motivo, alcune volte, si preferisce non affrontare alcun tipo di cambiamento, continuando, invece, a vivere un rapporto di coppia insoddisfacente, sterile e frustrante, piuttosto che far fronte ai sentimenti che derivano da una separazione.
Ma perché troncare un rapporto di coppia è così difficile?
In generale le storie d’amore seguono un copione ben preciso: i due si innamorano, si sposano e vivono per sempre felici e contenti. Nella nostra mitologia amorosa inconscia consideriamo il matrimonio una meta, presupponiamo che i sentimenti dirompenti, esaltanti e positivi che ci fanno innamorare non cambieranno mai, che l’amore vincerà su tutto e durerà in eterno.
Abbiamo accettato così ciecamente il mito dell’amore eterno che quando una relazione finisce pensiamo che ci sia qualcosa di sbagliato in noi e trascorriamo un sacco di tempo a torturarci perché non riusciamo ad accettare che forse il mito dell’eternità è sbagliato.
Un altro mito da sfatare è quello che vuole che le relazioni siano onnicomprensive, cioè si dà per scontato che lui o lei basti a soddisfare tutte le nostre esigenze, contiamo sul fatto di ottenere dalla persona amata compagnia e divertimento, stimoli intellettuali ed emotivi, conforto fisico ed appagamento sessuale, insomma che lei o lui sia il nostro tutto.
Ed è proprio perché nutriamo aspettative tanto elevate ed esclusive verso le nostre relazioni che coliamo a picco quando queste finiscono.
Ma allora qual è la vera ragione per cui stringiamo un rapporto?
Ci si innamora per conseguire i propri obiettivi di sviluppo interiore ed esteriore.
Nella vita di tutti noi vi è una cosa in particolare che cerchiamo di compiere: costruire la nostra personalità.
Questo significa che cerchiamo di capire qualcosa della nostra identità e per farlo creiamo una serie di esperienze di vita che ci aiutino in questo percorso; e sono proprio le relazioni, più di qualsiasi altra esperienza che ci permettono di perseguire tali obiettivi attraverso i quali arrivare a definire noi stessi.
Può essere un obiettivo di cui siamo consapevoli, come quando aspiriamo a raggiungere una certa posizione sociale o a formarci una famiglia, oppure di cui siamo ignari, come quando cerchiamo di conquistarci la sicurezza emotiva.
Quest’ ultimo rientra negli obiettivi di sviluppo psicologico che si dividono principalmente in due categorie: quelli volti a supplire le specifiche carenze dell’infanzia e quelli che mirano a scoprire i significati emotivi della nostra infanzia. Tutti noi ci portiamo dentro la nostra infanzia che costituisce la matrice di ciò che avviene nella nostra vita di adulti.
Inconsciamente recuperiamo le dinamiche emotive e i contesti che hanno caratterizzato i nostri rapporti con i genitori e li ricreiamo nelle relazioni con il partner.
E’ come se ricreassimo e rivedessimo il film della nostra infanzia finché non ne traiamo le lezioni che ci servono per continuare a vivere con la nostra vera identità, capaci di stabilire relazioni sane, complete, adulte.
Per cui, anche se la coppia è inconsapevole dei motivi per cui la relazione funziona, molti rapporti d’amore hanno come loro ragion d’essere e come principale obiettivo il completamento del processo di maturazione.
Anna De Angelis
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